CNMD/0000279856 Roddewig/554 CCD/544
Manoscritto membranaceo, guardie membranacee; Veneto; cc. I + 433 + II; numerazione in lettere latine A-J per il primo fascicolo; numerazione coeva in inchiostro rosso in cifre arabiche nel margine superiore esterno; bianche le cc. Ir-Jr, 169v-170v, 304 r-v.
Dimensioni: mm 395 x 280 (c.). Taglia: 675 (medio-grande). Proporzione: 0.71.
Fascicolazione: 1-18/10 (Inf.); 19-43/10, 44/3. Fascicolo prevalente: 5 bifogli (quinione).
Segnatura dei fascicoli: nel margine inferiore esterno del recto delle prime 5 cc di ogni fascicolo (talvolta non visibile per rifilatura).
Righe: variano sensibilmente di carta in carta per la Commedia (rr. 11 / ll. 9 a c. 16r; rr. 26 / ll. 24 a c. 18r); fisse per il commento (rr. 60 / ll. 59 a c. 16r).
Tecnica di rigatura: a colore (inchiostro bruno / ocra fino a c. 191r, in verde fino a 304v, in inchiostro bruno talvolta tendente al rosso fino alla fine).
Specchio rigato: varia sensibilmente di carta in carta, si danno le misure di c. 16r
Commedia: 69 [5/ 90/ 9] 222 × 91 [9/ 77/ 9] 94
Commento: 28 [283] 84 × 31 [5/ 89 (18) 88/ 4] 45.
Disposizione del testo: monocolonnare con commento a cornice per la Commedia (da c. 2v); bicolonnare per il primo fascicolo e cc. 1r-2r.
Richiami: nel margine inferiore interno, al di sotto della colonna b.
Legatura: Assi in cartone. Decorata oro. Note: sul piatto anteriore e su quello posteriore impresso in oro il nome di un precedente
possessore «Claudius | Monanni». Al dorso (secondo tassello dall’alto), impresso in oro «Il Dante |Commentato».
Tipologia grafica: Mano 1 (Giorgio Zancani): littera textualis semplificata (primo fascicolo, Commedia e commento; cc. Ar-423r); Mano 2: littera textualis semplificata (aggiunge marginalia in rosso per tutta l'estensione del codice). la mano del copista Giorgio Zancani interviene a emendare passi del commento del codice Oxford, BL, MS Canon. Ital. 107.
Storia del manoscritto: Manoscritto redatto da Giorgio Zancani, esponente del patriziato veneto del primo Quattrocento. A c. Hv è possibile leggere una sua sottoscrizione in rima: «Zorçi Zanchani l’a scripto per amore / Per quel da Certaldo e Dante al suo honore».
Sul recto della prima carta di guardia annotazione manoscritta contenente informazioni sul codice risalente al 1889: «Volume de 423 feuillets | plus les feuillets A-J préliminaires | Les feuillets I. 170, 304 sont blancs | 14 Février 1889».
Il codice è appartenuto a Claudio Monanni, come dimostra il nome apposto sulla coperta. Apostolo Zeno cita un fiorentino che nel 1699 comprò il manoscritto per 15 filippi, e aggiunge che ebbe modo di vedere il codice «in mano d’una persona confidente» (A. ZENO, Lettere, nelle quali si contendono molte notizie attenenti all’Istoria letteraria de’ suoi tempi […], vol. 1, Venezia, Sansoni, 1785, p. 80).
N. 28 dei manoscritti sequestrati dall'ufficio di Papa Pio VI a Roma nel 1798.
Segnature antiche: Regius 7002 (2) Supplément français 4146.
Nomi legati alla storia: Cortese, Cristoforo <fl. 1390-1445>. Monanni, Claudio, possessore. Zancani, Giorgio, copista.
Osservazioni:
Scrittura e mani:
Mano 1: inchiostro nero, progetto originario, patina linguistica veneta; Mano 2: inchiostro rosso.
Manoscritto interessante da un punto di vista testuale: esso trasmette la versione volgarizzata e integrale del commento di Benvenuto da Imola alla Commedia, testimoniata solo da un altro gruppo di manoscritti (Oxford, Bodleian Library, Canoniciani italiani 105-107), con i quali condivide il milieu veneto e l'attribuzione delle miniature alla scuola di Cristoforo Cortese.
Altri volgarizzamenti al Comentum di Benvenuto sono testimoniate da Parma, BPal, Parm. 1484 (contenente solo Inf. I-XIII) e dalle chiose di London, BL, Harley MS 3459 e Madrid, BNE, MSS/10057.
Una traduzione in castigliano è presente nei mss. Madrid, BNE, MSS/10196 (contenente solo il Purgatorio) e MSS/10208 (Inf. I-VIII).
Descrizione interna
cc. Ar-Hv
Autore: Boccaccio, Giovanni <1313-1375>.
Titolo elaborato: Trattatello in laude di Dante.
Nomi presenti nel titolo: Boccaccio, Giovanni.
Incipit (Intitolazione): Qui inchomincia la vita chostumi de lo excellente poeta vulghari Dante Aleghieri (c. Ar).
Incipit (Intitolazione): Solone il chuy pecto uno humano tempio (c. Ar).
Explicit (Finit): Bendiciendo in eterno el suo nome el suo valore (c. Hv).
cc. 305r-423r
Altri nomi: Benvenuto da Imola storico ed esegeta dantesco <XIV sec.>, commentatore.
Titolo identificato: Comentum ( ).
Note: Volgarizzamento.
Incipit (Intitolazione): Al nome de la sancta et individua Trinitate, Padre, Figlio e Spirito Santo Amen.
Buona chosa è a crivellare uno mogio (c. 305r).
Explicit (Finit): gloria perpetua in sechula sechulorum. Amen. (c. 423r).
c. Jv
Autore: Benvenuto da Imola storico ed esegeta dantesco <XIV sec.>.
Titolo elaborato: Dedica del commento a Niccolò II D'Este.
Incipit (Intitolazione): Comendacio in honorem et laudem Magnifici et potentis Domini (c. Jv).
Incipit (Intitolazione): Hic nitet Estensis Nicolaus laude sub ista (c. Jv).
Explicit (Finit): in nomine sanctissimae atque individuae Trinitatis sic exordiens (c. Jv).
c. 1r
Autore: Benvenuto da Imola storico ed esegeta dantesco <XIV sec.>.
Titolo elaborato: Carme in lode di Dante.
Incipit (Intitolazione): Completa comendacione Magnifici Domini (Domini) Marchionis N. (c. 1r).
Incipit (Intitolazione): Nescio qua tenui sacrum modo carmine Dantem (c. 1r).
Explicit (Finit): Vivet et aeterno referretur laudibus evo (c. 1r).
cc. 1r-2r
Autore: Benvenuto da Imola storico ed esegeta dantesco <XIV sec.>.
Titolo elaborato: Comendatio super Dantem preclarissimum poetam.
Incipit (Intitolazione): Ipse est mare inundans undique venientium (c. 1r).
Explicit (Finit): Et hec de titulo libri dicta sufficiant (c. 2r).
cc. 2v-169r
Autore: Alighieri, Dante <1265-1321>.
Titolo elaborato: Commedia. Inferno.
Incipit (Intitolazione): Nel mezo del chamin di nostra vita (c. 2v).
Explicit (Finit): E quindi uscimo a riveder le stelle (c. 169r).
cc. 2v-169r
Altri nomi: Benvenuto da Imola storico ed esegeta dantesco <XIV sec.>, commentatore.
Titolo identificato: Comentum ( ).
Note: Volgarizzamento.
Incipit (Intitolazione): Poi che dischorso abiamo i preambuli sopra diti per alchuna nostra evidentia (c. 2v).
Explicit (Finit): L'altissimo Dio che è lucie, vitta, via e veritate. In sechula sechulorum. Amen (c. 169r).
cc. 171r-303v
Autore: Alighieri, Dante <1265-1321>.
Titolo identificato: Commedia. Purgatorio ( ).
Incipit (Intitolazione): Per corer miglior acque alciai le vele (c. 171r).
Explicit (Finit): Puro e disposto di saglir a le stelle (c. 303v).
cc. 171r-303v
Altri nomi: Benvenuto da Imola storico ed esegeta dantesco <XIV sec.>, commentatore.
Titolo identificato: Comentum ( ).
Note: Volgarizzamento.
Incipit (Intitolazione): Chon ciò sia che buono poeta e ben perito sia cholui el quale (c. 171r).
Explicit (Finit): e stretta schala a sé chiamare è dignato. Per infinita sechula sechulorum. Amen. Amen. Amen. (c. 303v).
cc. 305r-423r
Autore: Alighieri, Dante <1265-1321>.
Titolo identificato: Commedia. Paradiso ( ).
Incipit (Intitolazione): La gloria de coluy che tutto move (c. 305r).
Explicit (Finit): L'amor che move 'l sol e l'altre stelle (c. 423r).
Rubriche: volgari e latine (lunghe).
Intitolazione
c. 2v
Opera, Inferno
Inchomincia la Chomedia di Dante Allegieri di Firence, ne la quale tratta de le pene e ponimento de vicij e de meriti et ancor premii de le virtudi. Canto primo nel quale l'autore fa proemio a tutta l'opera sua, çoé Inferno, Purgatorio e Paradiso. E qui introducie Virgilio poeta per suo guida, el quale l'acompagna fino al paradiso deliciarum.
c. 171r
Purgatorio
Chomincia la seconda parte de la Comedia di Dante Allegieri di Firence, ne la quale parte si purgano li comessi pechati et vicii de gli quali l'uomo è confesso e pentuto con animo di satisfacione. E contene in se .xxxiii. chanti.
c. 305r
Paradiso
Chomincia la terça chanticha de la Comedia di Dante Aleghieri chiamata Paradiso, ne la quale trata de' beati e de la celestial gloria e de' meriti e premij de' sancti. E dividesi in .viiii. parte sì come l'Inferno. Canto primo nel cui principio l'autore proemiçia a la seguente canticha. Et sono ne lo helemento del focho. E Beatricie solve a l'autore una questione. Nel qual canto l'autore promete di tratare de le chose divine invochando la Scientia poeticha cioé Apollo idio de Sapiencia.
c. 2v
Commento
Chiosa et exposicione sopra el chanto primo de l'Inferno del nostro Autore.
c. 171r
Commento
Chiosa et exposicione sopra el sechondo libro chiamato Purghatorio del nostro autore Dante Aleghieri di Firença, nobel citadino.
c. 305r
Commento
In nomine Patris et Filii et Spiritui Sancti Amen. Chiosa et exposicione sopra el terço et ultimo libro hover chanto chiamato Paradiso del nostro autore Dante Aleghieri di la Cità de Firença nobile et honorato citadino.
c. Ar
Altro
Qui inchomincia la vitta chostumi de lo excellente poeta vulghari Dante Aleghieri di Firence, honore e gloria de l'idioma fiorentino. Scripto e chomposto per lo famosissimo huomo Messer Giovanni Bochaccio di Ciertaldo. De la origine, vitta, studij e chostumi del clarissimo huomo Dante Alleghieri poeta fiorentino e dell'opere chomposte per luy. Inchomincia feliciemente. Et in questo primo chapitolo tocha la sentencia de Solone, la quale è mal seguita per gli fiorentini, chome voy udirete.
c. Jv
Altro
Comendacio in honorem et laudem Magnifici et potentis Domini D(omi)ni Nicolai Illustris Marchionis Estensis Ferarie et Dominis generalis notata super scripto Dante Alleghierij florentissimi Poete. Composito per famosissimum Dominum et Magistrum Benevenutum de Imola ad eiusdem Magnifici Domini Marchionis complacentia laudem et honorem.
c. 1r
Altro
Completa comendacione Magnifici Domini D(omi)ni Marchionis N. Este Estensis in cuius laudem scriptum super Dantem. Per Magistrum Benevenutum de Imola extuit compilatum meritis subsequetur comendacio super Dantem preclarissimum poetam.
Decorazione
Progetto decorativo unitario.
Descrizione generale: il manoscritto presenta un livello elevato di illustrazione secondo la classificazione di Marisa Boschi Rotiroti: le iniziali semplici sono toccate in inchiostro ocra; filigranate le iniziali a inizio di ogni partizione interna del commento e delle altre opere; le iniziali di canto sono figurate. Previste iniziali istoriate a inizio di ogni canto, dall’Inferno al Paradiso; le iniziali di cantica hanno un modulo più grande rispetto alle iniziali dei canti successivi e sono inserite nella colonna di testo deputata alla Commedia, laddove le iniziali di canto sono poste nella colonna A del commento. Le iniziali effettivamente istoriate sono presenti a Inf., I (c. 2v), Inf., II (c. 10r), Inf., III (c. 14v), Inf., IV (c. 18r), Inf., V (c. 25v), Inf., VI (c. 30v), Inf., VII (c. 34r), Inf., VIII (c. 38r), Inf., XII (c. 53r), Inf., XIII (c. 60r); testimoniano il solo disegno preparatorio le iniziali di Inf., IX (c. 42v), Inf., X (c. 46v), Inf., XI (c. 50v), Inf., XIV (c. 66r), Inf., XV (c. 70v), Inf., XVI (c. 75r), Inf., XVII (c. 79v); per Inf., XVIII e XIX sono tracciate solo le forme delle iniziali previste e il fregio (cc. 84r e 88v), e da Inf., XX (c. 93v) si registra solo lo spazio vuoto
Iniziali ornamentali: filigranate. Blu e rosse ad inizio di ogni partizione interna del commento e delle altre opere, occupano dai 4 ai 6 righi di commento e si estendono variamente nei margini.
Fregio ornamentale: Il fregio si dipana dalle iniziali istoriate di canto invadendo il margine sinistro; vi trovano luogo elementi fogliacei, putti e animali (cervi, draghi, conigli, uccelli).
Attribuzione: Illustratore: della cerchia di Cristoforo Cortese (attribuito). Origine: Veneto. Datazione: sec. XIV exeunte - XV 1ª metà.
c. 2v
Pagina incipitaria dell'Inferno
Tipologia: Iniziale di cantica (Inferno), N, ornata istoriata.
Tecnica esecutiva: tempera, con presenza di oro.
Attribuzione: secondo HUTER (1971) e COHEN (1998) la prima miniatura richiama lo stile del Maestro della Novella, di cui Cortese sembra essere stato allievo e collaboratore; sicuramente si riscontra una mano diversa da tutte le altre miniature del codice.
Soggetto: Dante seduto nella selva intento a leggere un libro che regge in mano / Dante di fronte alla lonza / Dante di fronte al leone / Dante di fronte alla lupa / Dante segue Virgilio mentre cala la sera.
Macrosoggetto: Dante nella selva / Tre fiere / Apparizione di Virgilio.
Parole chiave: Dante / Dante seduto nella selva / arbusti / selva / fiume / lonza / Leone / lupa / Virgilio / Sole / colle.
Rapporto testo-immagine: Inferno I 31-60.
Livello del testo: storie prime.
Contesto interno: Selva.
Rapporti con la tradizione dantesca: Dante seduto nella selva è riconducibile all'iconografia del “Dante assorto” seduto sulla roccia che compare nei mss. Oxford, BL, Holkham misc. 48; Firenze, BML, Plut.40.3; Budapest, ELTEK, Ital.1.
La rappresentazione di un corso d'acqua nella selva è presente anche in Paris, BnF, Italien 74 e Firenze, BR, 1023.
La scelta di scandire separatamente gli incontri del poeta con le fiere è condivisa da London, BL, Yates Thompson MS 36.
L'atteggiamento di calma che Dante dimostra di fronte alle fiere, porgendo avanti le due mani come nel gesto di volerle domare gentilmente, è in comune con Firenze, BR, 1035, BML, Conv.Soppr.204 e Budapest, ELTEK, Ital.1.
Note: Dante che legge un libro seduto nella selva è un hapax iconografico. Non frequente la rappresentazione del ruscello, cui Dante non fa riferimento nella descrizione dell’oscura selva: potrebbe essere un semplice elemento paesaggistico, o far riferimento ai due elementi acquosi presenti nel canto, al v. 20 «nel lago del cor» o alla metafora ai vv. 22-24 «E come quei che con lena affannata/uscito fuor del pelago a la riva/si volge a l’acqua perigliosa e guata». L’ipotesi della ripresa dei versi del testo avrebbe alla base un’attenta lettura del poema; che il ruscello sia rappresentato proprio accanto a Dante che legge e che, sull’altra riva, Dante cominci fisicamente il suo cammino attraverso la selva, potrebbe dare al corso d’acqua il compito di demarcazione tra due parti e tra due letture del testo: da un parte Dante autore, con il libro in mano, a indicare la fictio del racconto; dall’altra Dante personaggio che si accinge a cominciare il suo viaggio, e l’inizio di un’illustrazione incentrata sul narrato. Interessante notare come il miniatore abbia voluto restituire un’immagine di Dante letteralmente a trecentosessanta gradi: nell’incontro con la lonza è rappresentato di spalle; lateralmente con il leone; frontalmente con la lupa. Nella parte alta dell’iniziale l’atmosfera si fa rarefatta, resa con pennellate d’azzurro, per indicare la lontananza temporale.
c. 10r
Tipologia: Iniziale di canto (Inferno, II), L, ornata istoriata.
Tecnica esecutiva: tempera, con presenza di oro.
Soggetto: Animali e uomini addormentati / Dante allo scrittoio consulta un libro e ascolta Virgilio / Virgilio spiega a Dante il suo incontro con Beatrice.
Macrosoggetto: Racconto del soccorso divino nell'inferno / Dante autore.
Parole chiave: Dante / colloquio tra Dante e Virgilio / Virgilio / alloro / corona / Beatrice / Colloquio tra Virgilio e Beatrice / animali addormentati / uomini addormentati / scrittoio / libro / parlare / studium / mantello dottorale / barba / ordine / arco / colonna / candela / braccia incrociate / braccio alzato.
Rapporto testo-immagine: Inferno II 1-3.
Livello del testo: storie seconde.
Contesto interno: Selva.
Rapporti con la tradizione dantesca: il Dante allo scrittoio rimanda a una lettura dell'opera che predilige la riflessione incentrata, anziché sul narrato dantesco, sull'autore e la sua opera, in linea con la produzione tardo-trecentesca e quattrocentesca; Dante nello studio è raffigurato in Paris, BnF, Italien 74.
La rappresentazione di Beatrice nelle vesti di una nobildonna in abito rosso e con una corona dorata è in linea con la tradizione dei primi manoscritti illustrati.
Note: La raffigurazione di uomini e animali addormentati, oltre a destare interesse in quanto storia seconda di secondo grado, è eccezionale per la sua unicità nella tradizione figurata della Commedia. Virgilio coronato di alloro (Dante lo invoca come «Poeta che mi guidi», v. 10; è inoltre l'unica occasione nel manoscritto in cui Virgilio ricorra con la corona d'alloro) è rappresentato nell’atto di parlare spiegando, accompagnato dal gesto della mano. Di fianco prende corpo il racconto di Virgilio: egli è in ginocchio, con le mani incrociate al petto nel tipico gesto della sottomissione al cospetto di Beatrice, con il braccio sinistro alzato che ricorda molto il gesto che esprime una volontà che ordina, ma che qui pare rappresentare più un cortese invito («Or movi, e con la tua parola ornata/ e con ciò ch’ha mestieri al suo campare/ l’aiuta, sì ch’i’ ne sia consolata», vv. 67-69).
c. 14v
Tipologia: Iniziale di canto (Inferno, III), P, ornata istoriata.
Tecnica esecutiva: tempera, con presenza di oro.
Attribuzione: da questa miniatura si distingue una mano diversa rispetto a quella delle prime due e che lavora fino alla miniatura al canto VIII.
Soggetto: Dante e Virgilio incontrano Caronte sulla riva del fiume Acheronte.
Macrosoggetto: Approdo di Caronte.
Parole chiave: Dante / Virgilio / fiume / fiume infernale / Acheronte / Caronte / imbarcazione / barba / demone / demone infernale / demonio / ali di pipistrello / peli / traghettatore / anime / anime dannate / isola / città.
Rapporto testo-immagine: Inferno III 70-129.
Livello del testo: storie prime.
Contesto interno: Acheronte.
Rapporti con la tradizione dantesca: la scelta di rappresentare Caronte come un demonio, non lasciandogli nulla della descrizione dantesca, è in linea con le raffigurazioni della seconda parte del Trecento e di inizio Quattrocento, che meglio rispondono all'idea vulgata dell'aldilà.
Note: L'ambientazione della miniatura sembra ricalcare il paesaggio lagunare veneziano: il traghetto di Caronte ha le sembianze di una gondola; il colore verde del fiume infernale richiama le acque dei canali; l'isola che si intravede in lontananza richiama alla mente Punta della Dogana.
c. 18v
Tipologia: Iniziale di canto (Inferno, IV), R, ornata istoriata; la morfologia della lettera è usata per separare in due sezioni lo spazio rappresentabile, così che una scena prende luogo nell'occhiello superiore della R e l'altra al di sotto di esso.
Tecnica esecutiva: tempera, con presenza di oro.
Soggetto: Gli Spiriti magni / Dante, Virgilio e i quattro poeti antichi ai piedi del nobile castello / Dante e Virgilio incontrano Aristotele.
Macrosoggetto: "Spiriti magni".
Parole chiave: Dante / Virgilio / poeti antichi / Omero / Orazio / Ovidio / Lucano / spada / spiriti nudi / porta / castello / spiriti magni / fiamme / fiammelle / torre / mura / fuoco / fiume / Aristotele / corona / filosofi / trono / prato / alzare la mano.
Rapporto testo-immagine: Inferno IV 103-147.
Rubrica: Nel quarto chanto l'autore tracta del primo circulo de l'Inferno, nel quale pone lo Limbo de parvoli innocenti et uno nobile chastello, nel quale habitano li Antichi giusti, li quali sença fede observarono le quattro virtù Cardinale et ancor trovò più altri como udirete.
Livello del testo: storie prime.
Contesto interno: I cerchio - Limbo.
Rapporti con la tradizione dantesca: i grandi poeti del passato sono raffigurati nudi anche in Firenze, BML, Plut.40.1, Roma, BA, 1102 e Oxford, BL, MS Holkham misc. 48. Le mura del castello degli spiriti magni sono raffigurate come cerchi concentrici in cui ogni livello interno è più alto del precedente: quest'immagine è ben radicata nella tradizione come mostrano, tra i tanti,
Chantilly, BdC, MS 597, London, BL, Yates Thompson MS 36 e Oxford, BL, MS Holkham misc. 48.
Note: La raffigurazione del nobile castello ricalca le cittadelle fortificate delle città italiane. Arduo distinguere chi, tra gli spiriti nel «prato di fresca verdura», sia visualizzato; degli indicatori, tuttavia, possono aiutare nel discernimento: e così l’uomo in abito blu seduto su un trono sarà necessariamente Aristotele, maestro tra gli altri, ai cui lati devono essere rappresentati Socrate e Platone, «che ‘nnanzi a li altri più presso li stanno» (v. 135). Che ad essere seduto sul trono sia Aristotele sembra confermato anche dall’esegesi al canto: «E sedea Aristotile tra lor como fa el grande padre, el quale pasce tuti con la sua dotrina e corregie errori de tutti. […] Tuti lo miran, tuti honor gli fanno». Ancora, su Socrate e Platone: «do philosophi gli quali eran più prossimi l’uno da la mano sinestra, e questo era Socrate, e l’altro da la destra, e questo era Platone.» I due personaggi coronati sulla destra potrebbero raffigurare i personaggi regali indicati da Dante (dunque Cesare imperatore e il re Latino).
c. 25v
Tipologia: Iniziale di canto (Inferno, V), C, ornata istoriata.
Tecnica esecutiva: tempera, con presenza di oro.
Soggetto: Minosse giudica le anime mentre altri diavoli infliggono pene ai dannati.
Macrosoggetto: Davanti a Minosse.
Parole chiave: Dante / Virgilio / Minosse / coda / lussuriosi / diavoli / diavolo / ali di pipistrello / ali / peli / scettro / anime dannate / fiamme / alzare la mano / cielo / roccia.
Rapporto testo-immagine: Inferno V 4-24.
Livello del testo: storie prime.
Contesto interno: II cerchio - Lussuriosi.
Rapporti con la tradizione dantesca: Minosse rappresentato come un demone (ali di pipistrelli, pelo nero, corna) è in linea con le miniature antecedenti all'ultimo decennio del XIV secolo. Lo scettro che tiene in mano è presente nelle miniature di codici più tardi (Città del Vaticano, BAV, Vat. Lat. 4776; Paris, BnF, Italien 2017; Madrid, BNE, MSS/10057). A ricalcare la tendenza generale dei modelli più antichi è la scelta di rappresentare più diavoli come assistenti: essi si occupano di infliggere pene corporali alle anime o di scaraventarle in fossati infiammati, dando immediatamente corso alla sentenza del giudice Minosse (attestazioni simili nel ms.
Firenze, BNCF, Pal. 313 o nel ms. Roma, BA, 1102).
Note: Nella rappresentazione di Minosse il miniatore ha voluto sottolinearne la funzione di giudice potente tramite due importanti segnali grafici: il primo è lo scettro che tiene nella mano sinistra, tipico delle miniature più tarde; il secondo è la sua stessa postura, seduta sulla roccia e con la mano sinistra appoggiata sulla coscia, col gomito rivolto verso l’esterno, nel tipico atteggiamento che esprime potenza e prepotenza. Vediamo come il miniatore abbia dato massima espressività facciale alla guida dantesca, difficilmente riscontrabile in altre miniature dello stesso codice: la mano destra alzata accompagna un’espressione del volto alterata, percepibile nella bocca digrignata; tale raffigurazione potrebbe sottostare alla volontà di figurare Virgilio nell'atto di inverio contro il demone, difendendo la volontà divina e imponendogli di «più non dimandare».
c. 30v
Tipologia: Iniziale di canto (Inferno, VI), A, ornata istoriata; il tratto verticale della A divide in due lo spazio rappresentabile dell'iniziale.
Tecnica esecutiva: tempera, con presenza di oro.
Soggetto: Virgilio, in compagnia di Dante, getta una palla di terra nelle fauci di Cerbero che tormenta le anime dei golosi / Virgilio spiega a Dante la condizione dei dannati dopo il Giudizio universale.
Macrosoggetto: Golosi / Davanti a Cerbero.
Parole chiave: Dante / Virgilio / Cerbero / cane a tre teste / golosi / neve / fango / pioggia / anime dannate / mani incrociate sul petto / fiume / rocce / spiegare.
Rapporto testo-immagine: Inferno VI 1-33.
Rubrica: Nel sexto chanto l'autore tracta del terço zirchulo de l'Inferno dove trovò giente nel vicio di la gola, bagnati in acqua tinta et neve puçolente, i quali stavano crudelissimamente a tormento acompagnati con Cerbero, el qual divorava quelli con tre gole afamate et rabiate.
Livello del testo: storie prime.
Contesto interno: III cerchio - Golosi.
Rapporti con la tradizione dantesca: Cerbero è in piedi, in una posa dinamica che pare suggerire la mossa dell’attacco, con le zampe anteriori protese in avanti. Raffigurazioni sorelle sono, seppur rare, riscontrabili nei mss.
Chantilly, BdC, MS 597, London, BL, Egerton MS 943, Paris, BnF, Italien 74 (Cerbero ha zampe di uccello) e nel ms. Budapest, ELTEK, Ital. 1 (per le teste canine allungate e la posizione dinamica).
Note: Cerbero ha le sembianze di uno strano mostro, ibrido tra più animali: le tre teste canine sono appoggiate a colli lunghi e sinuosi; presenta ali da pipistrello, come gli altri guardiani infernali; la parte inferiore del corpo ricorda piuttosto quella di un rapace. Un’immagine che quasi nulla conserva della classica rappresentazione del demone, comune anche a Virgilio e Ovidio, come cane a tre teste e coda e crini di serpente, o della descrizione che ne fa Dante (barba unta e atra, il ventre largo, le facce lorde). Si noti come il miniatore o colui che ha pensato al progetto illustrativo abbia scelto di rendere Cerbero non un comune demone, ma di dargli una fisionomia propria e unica, a differenza di quanto è accaduto per Caronte e Minosse e come accadrà per Pluto e Flegiàs.
c. 34r
Tipologia: Iniziale di canto (Inferno, VII), P, ornata istoriata.
Tecnica esecutiva: tempera, con presenza di oro.
Soggetto: Virgilio mostra a Dante le schiere degli avari e dei prodighi.
Macrosoggetto: Punizione degli avari e dei prodighi.
Parole chiave: Virgilio / Dante / Pluto / demoni / demone infernale / demone / demonio / spiegare / mani alzate / braccio / avari / prodighi / massi / sassi / fiamme / anime punite / anime dannate / chierico / mitra / tormento.
Rapporto testo-immagine: Inferno VII 16-66.
Livello del testo: storie prime.
Contesto interno: IV cerchio - Avari e prodighi.
Rapporti con la tradizione dantesca: la raffigurazione di altri diavoli che accompagnano Pluto nell'infliggere tormenti alle anime è in comune con quella del ms.
Firenze, BNCF, Pal. 313.
Note: Miniatura speculare a quella del canto V: in entrambe il guardiano infernale (qui Pluto) occupa la posizione in alto a sinistra, mentre Dante e Virgilio osservano la scena lateralmente; in entrambe sono presenti demoni che tormentano le anime.
c. 38r
Tipologia: Iniziale di canto (Inferno, VIII), I, ornata istoriata; l'iniziale, sotto forma di colonna, divide lo spazio rappresentabile in due in modo da accogliere scene diverse.
Tecnica esecutiva: tempera, con presenza di oro.
Soggetto: Virgilio spinge via Filippo Argenti dall'imbarcazione di Flegiàs / Dante e Virgilio parlano mentre si avvicinano alla porta della città di Dite.
Macrosoggetto: Flegiàs / Davanti alla città di Dite.
Parole chiave: Dante / Virgilio / Flegiàs / Filippo Argenti / anime / anime dannate / iracondi / fiume / palude Stigia / Stige / imbarcazione / remo / diavolo / ali di pipistrello / peli / mani giunte / città di Dite / fiamme / fiammelle / città / mura / ponte / braccio / spiegare / mano puntata.
Rapporto testo-immagine: Inferno VIII 31-42.
Livello del testo: storie prime.
Contesto interno: V cerchio - Iracondi e Accidiosi.
Rapporti con la tradizione dantesca: La scena di Virgilio intento a spingere via Filippo Argenti è rara e presente in pochi manoscritti, tra i quali
Firenze, BML, Strozz. 152, Firenze, BNCF, Conv.Soppr.C.III.1266, Roma, BA, 1102 e Madrid, BNE, MSS/10057.
Note: La seconda scena presenta una gran quantità di dettagli e colori. Dante è su un ponte che collega la riva dello Stige alle porte della città di Dite, un’innovazione rispetto al narrato. L’ipotesi più convincente per questa anomalia è che, nell’ideazione di questa miniatura, sia avvenuta una sovrapposizione di canti in corrispondenza di avvenimenti tra loro analoghi: in questo caso tra il canto VIII e il XXI. Nel canto corrente Dante e Virgilio giungono alla città di Dite e si scontrano con l’opposizione dei diavoli posti lì a guardia di far avanzare il pellegrino mortale; la sua guida lo conforta e gli ordina di attenderlo mentre tenterà, senza successo, di ottenere il lasciapassare dei demoni. Una simile circostanza si ritrova ben più avanti nel narrato, al canto XXI: Dante e Virgilio si trovano davvero sul ponte che collega la quarta alla quinta bolgia; di nuovo il poeta latino consiglia a Dante di nascondersi dietro una sporgenza rocciosa mentre lui si farà avanti nel colloquio coi diavoli. Alla luce di questa analogia sembra lecito supporre che chiunque abbia organizzato il progetto iconografico abbia operato conoscendo a fondo il narrato dantesco, la forza delle cui immagini si è impressa nella mente col risultato di contaminare scene di canti diversi – è quello che accade anche, con molta probabilità, alla miniatura del canto XII. Da piccole finestre sulle mura della città di Dite fuoriescono delle fiammelle («Il foco etterno/ch’entro l’affoca le dimostra rosse» vv. 73-74), restituendo con estrema perizia i dettagli citati nel testo. In lontananza, sullo sfondo di un cielo blu notte, è rappresentata un’altra città fortificata: probabilmente è la stessa Dite che Dante vede mentre è ancora sulla barca di Flegiàs, rappresentata due volte per dare l’idea di temporalità (così come accade agli stessi personaggi quando compaiono più di una volta nella stessa miniatura).
c. 42v
Tipologia: Iniziale di canto (Inferno, IX), Q, ornata istoriata.
Tecnica esecutiva: tempera, non finito, con presenza di oro.
Soggetto: Arrivo del Messo celeste.
Macrosoggetto: Davanti alla città di Dite.
Parole chiave: Dante / Virgilio / paura / coprire gli occhi / città di Dite / fiamme / Furie / Megera / Aletto / Tesifone / porta / mura / apparizione / messo celeste / angelo / aureola / ali / verga / chinare il capo.
Rapporto testo-immagine: Inferno IX 55-60.
Livello del testo: storie prime.
Contesto interno: VI cerchio - Eretici e Epicurei.
c. 46v
Tipologia: Iniziale di canto (Inferno, X), O, ornata istoriata.
Tecnica esecutiva: tempera, non finito.
Soggetto: Dante e Virgilio parlano con Farinata degli Uberti e Cavalcante de' Cavalcanti.
Macrosoggetto: Avelli di Dite.
Parole chiave: città di Dite / città / mura / torre / Dante / Virgilio / Cavalcante de' Cavalcanti / Farinata degli Uberti.
Rapporto testo-immagine: Inferno X 1-21.
Rubrica: Nel decimo canto l'autore trata come trovò nella Cità inumerabel heretiçi nelli deti sepulcri afagati, fra gli quali riconobe messer Farinata, el padre de Guida Cavalcanti, el secondo Federico imperatore, el Cardenale Otaviano. Più oltra pasendo suso al secondo çirculo ch'è lo septimo.
Livello del testo: storie prime.
Contesto interno: VI cerchio - Eretici e Epicurei.
Rapporti con la tradizione dantesca: i due poeti si trovano all'interno della città di Dite, ma lo sguardo del lettore è dall'esterno: un focus del genere si trova nei ms. Roma, BA, 1102, Paris, BnF, Italien 2017 e London, BL, Yates-Thompson MS 36.
c. 50v
Tipologia: Iniziale di canto (Inferno, XI), I, ornata istoriata.
Tecnica esecutiva: tempera, non finito.
Soggetto: Virgilio spiega a Dante la distribuzione dei dannati nell'Inferno / Dante e Virgilio sostano alla tomba di papa Anastasio.
Macrosoggetto: Avelli di Dite.
Parole chiave: Dante / Virgilio / avelli / avello / Anastasio II / tomba / mura / sepolcro / spiegare / struttura dell'Inferno / cerchi.
Rapporto testo-immagine: Inferno XI 1-15.
Livello del testo: storie prime.
Contesto interno: VI cerchio - Eretici e Epicurei.
Rapporti con la tradizione dantesca: una raffigurazione simile della tomba di papa Anastasio (che qui assume forma semicilindrica) è presente in
Firenze, BML, Strozzi 152.
c. 53r
Tipologia: Iniziale di canto (Inferno, XII), E, ornata istoriata.
Tecnica esecutiva: tempera, con presenza di oro.
Attribuzione: in questa miniatura e nella seguente si inserisce la mano di un altro collaboratore: probabilmente lo stesso miniatore del codice Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, cod. 1981 (HUTER, 1971).
Soggetto: Dante e Virgilio vedono un centauro combattere con un demonio.
Macrosoggetto: Centauri e Flegetonte.
Parole chiave: Dante / Virgilio / cielo / stelle / montagne / centauro / demone / demone infernale / ali di pipistrello / arma / lago / Flegetonte / violenti / violenti contro il prossimo / putti / vento / raggi luminosi / anime immerse / anime punite / spiegare / bastone / Minotauro.
Rapporto testo-immagine: Inferno XII.
Livello del testo: storie prime.
Contesto interno: I girone - Violenti contro il prossimo.
Rapporti con la tradizione dantesca: il personaggio raffigurato come centauro potrebbe essere invece il Minotauro: la sovrapposizione è comune presso i miniatori. Non è raro nemmeno trovare il Minotauro raffigurato con un’arma: così in Firenze, BNCF, Conv.Soppr.C.III.1266, Firenze, BR, 1035 e in London, BL, Yates Thompson MS 36.
Note: Secondo Peter Brieger, la lettura della miniatura procede da destra a sinistra: si incontrano prima Dante e Virgilio, di spalle, guardare tre stelle nel cielo, probabilmente lì a indicare la costellazione dei Pesci che si è alzata sull’orizzonte, tre ore prima dell’alba. Sull’incentivo di Virgilio a continuare il cammino si era chiuso il canto precedente: «Ma seguimi oramai, che ‘l gir mi piace/ ché i Pesci guizzan su per l’orizzonta/ e ‘l Carro tutto sovra ‘l Coro giace/ e ‘l balzo via là oltra si dismonta», vv. 112-115). Se dunque le stelle indicano l’approssimarsi del sorgere del sole, i raggi che scendono dall’alto potrebbero indicare l’alba avvenuta, e i due putti che soffiano dai margini laterali potrebbero riferirsi a quel Coro del verso 114, ossia il vento di maestrale che spira nella direzione nord-ovest. Le chiose finali al canto XI illustrano bene che i due poeti si trovano ormai all’approssimarsi di un nuovo giorno («E cussì nota che questa è la fine de la prima notte»).
Passando alla seconda scena, che è la principale della miniatura, Dante e Virgilio, sulla sinistra, osservano ciò che si dipana ai loro occhi e agli occhi del lettore: due creature infernali sembrano essere impegnate in una lotta. Uno di essi ha l’aspetto di centauro: dal busto in su è un uomo, ha ali da pipistrello e tiene in mano un bastone o una lancia; l’altra metà del corpo è quadrupede e termina con una lunga coda. Secondo il racconto dovrebbe trattarsi il Minotauro, e che sia rappresentato sotto le sembianze di un centauro non stupisce, essendo una sovrapposizione comune presso i miniatori, giustificata anche dal fatto che Dante pare interpretare, dal movimento che gli attribuisce («Qual è quel toro…» v. 22), l’aspetto del mostro di Creta come un toro dalla testa umana. E infatti il censimento di Illuminated manuscripts of the Divine Comedy illustra come, in contrasto con i guardiani dei cerchi precedenti, il Minotauro non sia mai un diavolo e che solo in un caso (ms. Budapest, ELTEK, Ital. 1) esso sia rappresentato secondo i canoni dell’antichità, ovvero col corpo umano e la testa da toro.
Che esso raffiguri il Minotauro o uno dei centauri che Dante e Virgilio incontrano sulle rive del Flegetonte vale poco a chiarire la sua lotta contro il demone color ocra. Potrebbe trattarsi di Teseo, eroe mitologico che uccise il mostro di Creta e citato dalle Furie in Inf., IX, v. 54 in relazione alla sua discesa negli inferi per rapire Proserpina; dello stesso, Dante parla anche in Purg., XXIV, vv. 121-123, ricordando l’episodio della lotta contro i centauri durante le nozze dei principi della Tessaglia: una possibile sovrapposizione di eventi potrebbe spiegare l’oscura miniatura, ma non giustifica la scelta di rendere Teseo con l’aspetto di un demone. D’altra parte, è impossibile cercare una spiegazione nel canto corrente e nelle relative chiose; si ripresenta l’ipotesi, già avanzata per il canto VIII, di una sovrapposizione di eventi e immagini simili a distanza di canti: l’immagine potrebbe ricordare allora uno dei diavoli del canto XXII che volano sul lago di pece bollente in cui sono immersi i barattieri, dalla quale emergono variamente, chi «come i dalfini» e chi come «i ranocchi pur col muso fuori» (Inf., XXII, vv. 19 e 26). Il corso d’acqua in cui sono immersi i peccatori potrebbe essere un punto di contatto: il bacino della miniatura potrebbe indicare tanto i violenti quanto i barattieri (nel racconto, gli uni nel Flagetonte, fiume di sangue, e gli altri nella pece bollente della loro bolgia); il fatto che sia rappresentato in verde lascia il dubbio sulla natura del peccato lì punito e su tutta l’iconografia della miniatura, sebbene la forma della riva arcuata riprenderebbe la descrizione del v. 52 «un’ampia fossa in arco torta» del canto corrente (ma non si spiegherebbe perché il Flagetonte non sia rosso, come invece sarà rappresentato nella miniatura successiva).
c. 60r
Tipologia: Iniziale di canto (Inferno, XII), N, ornata istoriata; l'iniziale, benché posta a inizio del canto XIII, fa interamente riferimento a quanto narrato nella seconda parte del canto precedente.
Tecnica esecutiva: tempera, con presenza di oro.
Attribuzione: in questa miniatura, come nella precedente, si inserisce la mano di un altro collaboratore: probabilmente lo stesso miniatore del codice Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, cod. 1981 (HUTER, 1971).
Soggetto: Dante e Virgilio incontrano Chirone e gli altri centauri a guardia dei dannati immersi nel Flegetonte.
Macrosoggetto: Centauri e Flegetonte.
Parole chiave: Dante / Virgilio / mani alzate / centauri / centauro / cielo / montagne / arco / freccia / riva / fiume / fiume infernale / Flegetonte / tiranni / anime punite / anime immerse.
Rapporto testo-immagine: Inferno XII 46-139.
Livello del testo: storie prime.
Contesto interno: I girone - Violenti contro il prossimo.
c. 66r
Tipologia: Iniziale di canto (Inferno, XIII), P, ornata istoriata.
Tecnica esecutiva: tempera, non finito.
Soggetto: Dante, in compagnia di Virgilio, parla con Pier della Vigna / Dante e Virgilio osservano le cagne che sbranano Iacopo da Sant'Andrea.
Macrosoggetto: Selva dei suicidi.
Parole chiave: Dante / Virgilio / selva / selva dei suicidi / Pianta / Pier della Vigna / Arpie / rami / scialacquatori / sbranare / cagne / Jacopo da Sant'Andrea.
Rapporto testo-immagine: Inferno XIII 31-108.
Rubrica: Nel XIII canto l'autore trata de li desperati se uçideno loro stessi. Questi erano privati de le loro figure e convertiti giascuno in uno stirpe spinoxo. Ancora trovò pui diversi negli quali ano distruto loro beni e queli sono dilaçierati da chagne affamate..
Livello del testo: storie prime.
Contesto interno: II girone - Violenti contro se stessi.
Note: Il disegno, benché posto a inizio del canto XIV, fa interamente riferimento al canto precedente.
c. 70v
Tipologia: Iniziale di canto (Inferno, XIV), O, ornata istoriata.
Tecnica esecutiva: tempera, non finito.
Soggetto: Virgilio istruisce Dante sul Veglio di Creta e sull’origine dei fiumi infernali.
Macrosoggetto: Veglio di Creta.
Parole chiave: Dante / Virgilio / spiegare / fiume / fiume infernale / Veglio di Creta / statua.
Rapporto testo-immagine: Inferno XIV 94-142.
Livello del testo: storie seconde.
Contesto interno: III girone - Violenti contro Dio, Natura, Arte.
Note: Il disegno, benché posto a inizio del canto XV, fa riferimento al canto precedente. Brieger e Meiss hanno visto nella terza figura dalle sembianze umane Brunetto Latini; è più verosimile, invece, che essa rappresenti Capaneo o l’enorme statua sull’isola di Creta. Che possa esser Capaneo, uno dei sette re che combatterono contro Tebe, può essere giustificato dal fatto che la rubrica al canto XIV fa riferimento al re mitologico; senza contare che Dante lo appella «quel grande» (Inf., XIV, v. 46), restituendo la prima impressione del poeta, a cui par di vedere una figura gigantesca, confermata anche dall’esegesi benvenutiana («Capaneo fu de staton de gigante soperbia», assimilando la grandezza del corpo alla gravità del vizio, ma non fa cenno alla sua posizione, quanto piuttosto alla superbia della sua risposta); il fatto che sia rappresentato in piedi, contro il racconto dantesco («giace dispettoso e torto», v. 47) non è un fattore di esclusione, dal momento che anche altre raffigurazioni lo mostrano in piedi o seduto in verticale. O potrebbe trattarsi piuttosto della statua del vecchio colosso, per una serie di ragioni: prima di tutto, la figura si presenta con un piede davanti all’altro, immagine che descrive bene il verso 111 che recita «sta ‘n su quel più che ‘n su l’altro eretto», indicando che il peso della statua è spostato maggiormente sul piede destro, di terracotta (simbolo del potere spirituale corrotto), che non su quello sinistro, di ferro (a indicare l’impero); la figura sembra inoltre stare al centro di un pezzo di terra circondato da un fiume e sono presenti altri corsi d’acqua (che sono abitati da quelle che sembrano teste fuoriuscenti di anime), rappresentazione dunque delle parole di Virgilio che illustra al pellegrino l’origine dei fiumi infernali. Il commento volgarizzato, nel parlare del «gran veglio», così si esprime: «è maggior per grandissima etade, sta dritto perché ancora dura»; esplicitando chiaramente che si erge in piedi.
c. 75r
Tipologia: Iniziale di canto (Inferno, XV), O, ornata istoriata.
Tecnica esecutiva: tempera, non finito.
Soggetto: Dante riconosce Brunetto Latini.
Macrosoggetto: Sodomiti.
Parole chiave: Dante / Virgilio / sodomiti / Brunetto Latini / montagne / schiera / parlare.
Rapporto testo-immagine: Inferno XV 22-54.
Rubrica: Nel XV canto l'autore trata di quel medesimo girone et cerchio. E qui sono puniti choloro che fano força nella deitade spregiando natura et sua bontade, sì chome sono li Soddomiti..
Livello del testo: storie prime.
Contesto interno: III girone - Violenti contro Dio, Natura, Arte.
Note: Benché iniziale del canto XVI, il disegno fa riferimento in parte al canto precedente; sulla sinistra, Dante e Virgilio conversano; il loro sguardo è rivolto verso il cerchio successivo, anticipando le parole iniziali del canto sedicesimo: «Già era in loco onde s’udìa ‘l rimbombo/de l’acqua che cadea ne l’altro giro» (vv. 1-2).
c. 79v
Tipologia: Iniziale di canto (Inferno, XVII), E, ornata istoriata.
Tecnica esecutiva: tempera, non finito.
Soggetto: Dante e Virgilio davanti a Gerione.
Macrosoggetto: Gerione.
Parole chiave: Dante / Virgilio / Gerione / montagne / fiume / Flegetonte / burrato / coda / coda di scorpione.
Rapporto testo-immagine: Inferno XVII 1-27.
Livello del testo: storie prime.
Contesto interno: VIII cerchio (Malebolge) - Fraudolenti.
Rapporti con la tradizione dantesca: una simile rappresentazione di Gerione, dal volto umano, il corpo di uccello e la coda aguzza, è rara ma non unica e si ritrova nei mss. København, KB, Thott 411.2° e Hamburg (Altona), BC, N. 2 Aa. 5./7, in cui il traghettatore infernale figura, esattamente come in Par. 78, con volto umano e corpo e zampe di uccello; unica differenza è la coda, che in questi due testimoni si presenta biforcuta.
Note: Problematica l'individuazione della creatura quadrupede nella parte sinistra del disegno preparatorio. Brieger e Meiss la riconducono di nuovo a Gerione, e in particolare al momento del suo arrivo; non si spiegherebbe, tuttavia, la ragione della doppia raffigurazione degli stessi personaggi, ma con l’aspetto di Gerione modificato. Un collegamento potrebbe essere trovato col commento nella stessa pagina: introducendo la creatura mostruosa il volgarizzatore parla della frode «la quale fa l’omo asomegliante alla fiera o alla bestia crudele come al serpente e alla volpe»; il miniatore avrebbe così voluto rendere visivamente la lettura allegorica della figura di Gerione. Altrettanto lecita l’ipotesi che possa trattarsi di una rappresentazione molto più sottile ed elaborata: il miniatore potrebbe aver voluto mettere in scena i versi 106-108 del canto XVI: «Io avea una corda intorno cinta/ e con essa pensai alcuna volta/ prender la lonza a la pelle dipinta.»; Dante parla della corda che aveva in vita, che sarà usata da Virgilio per richiamare Gerione dal fondo di Malebolge e che, l’autore ci dice, egli stesso aveva pensato di usare per catturare la lonza, la prima fiera incontrata nella salva oscura. Una simile raffigurazione è presente solo nel ms. Oxford, BL, MS Canon. Ital. 108: qui compare un animale dall’aspetto di cane-lupo con l’iscrizione «luxuria».
Bibliografia
Bibliografia manoscritto: Marsand 1835-38, nr. 698; Batines 1845-46, II, pp. 240-241 nr. 429; Volkmann 1898, p. 31; Brieger/Meiss/Singleton 1969, I, pp. 316-318; Roddewig 1984, p. 238 nr. 554; Bellomo 2004, p. 154, n. 91; Bollati 2004, pp. 176-179; Censimento I, pp. 946-947 nr. 544 (anche per ulteriori rinvii bibliografici); Ponchia 2015, p. 59.
Autore/i della scheda (sezione MOL): Fara Autiero, Chiara Fusco
Autore/i della scheda (sezione IDP): Chiara Fusco